Moby dick (Melville)

“E cosa mai sei tu, lettore, se non un pesce slegato, e anche un pesce legato?” (cap. 89) Sì, lo so… sono due mesi che non scrivo niente qui… ma sono stato “preso” da una lunga caccia alla balena bianca. Il Moby dick di Melville era nella mia lista dei “classici da leggere” da molto tempo. E da qualche mese era anche sul mio comodino in attesa che lo prendessi in mano. Avevo già fatto esperienza di Melville attraverso “Bartleby, lo scrivano”: la scrittura è poderosa ed i paragrafi possono risultare un po’ pesanti, ma la profondità dell’animo umano a cui riesce ad arrivare è notevole. Ma parliamo, ora, della ciurma del Pequod, del loro capitano Achab e della famosa balena bianca. La storia credo sia risaputa a tutti: è Ismaele, unico sopravvissuto del Pequod, che racconta le vicende dei suoi compagni di viaggio, da quando conosce il “selvaggio” Qeequeg, al viaggio verso Nantucket, fino all’ingaggio sul Pequod, la caccia ed il tragico finale. “Chiamatemi Ismaele”: non sappiamo il vero nome del marinaio; è lui che ci chiede di chiamarlo con quel nome biblico (il figlio di Abramo e della schiava Agar, cacciato dalla tribù e quindi icona dell’esule). E tutto il racconto è infarcito di riferimenti biblici (spesso spiegati nelle note – almeno nell’edizione in mio possesso). Ma anche di riferimenti a tante altre storie epiche o a drammi shakespiriani. Se volete approfondire su Wikipedia (italiano) trovate qualche info in più. La mia sensazione, ve lo confesso, è stata […]

Bartleby lo scrivano (Herman Melville)

Storia di un uomo senza storia Lo ammetto: il buon Pennac, con il suo ciclo Malaussene, mi ha influenzato. In una delle due storie di “Ultime notizie dalla famiglia” Benjamin Malaussene crede che “il Piccolo” sia afetto da “Bartlebysmo” (o Bartlebyte… non ricordo) a causa del suo continuo rispondere “Preferirei di no”. Quella è la frase tipica con cui il signor Bartleby, personaggio creato da Melville ed interprete del racconto che da il titolo a questo post, vuole indicare che non farà una certa cosa o che non collaborerà coi colleghi. Chi è Bartleby? Nessuno lo sa veramente: le uniche notizie che sappiamo le racconta il coprotagonista (un rispettabile notaio) in una specie di prologo. L’unica traccia della sua esistenza è all’interno dell’ufficio del notaio che gli da lavoro (e, per un ultimo tratto, in prigione). Scopriamo infatti che la sua vita si svolge tutta fra quelle quattro mura. Ma andiamo con ordine: un rispettabile notaio che ha un ufficio in Wall Street, a causa dell’aumento del suo lavoro, cerca uno scrivano per copiare gli atti notarili (a quell’epoca non c’erano computer e fotocopiatrici e gli atti venivano copiati a mano dagli impiegati). Nell’ufficio del notaio c’erano già altri tre impiegati, due dei quali specializzati proprio nella copiatura dei documenti, il terzo come fattorino e tutto fare. Non stiamo a parlare della “varietà” dei comportamenti dei due copisti: basta sapere che uno è agitato e di pessimo umore di mattina (mentre il pomeriggio si calma) e l’altro è pasticcione e […]

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